Brevi drammaturgie in dialetto calabrese diventano canzoni sghembe e irrituali, attraversate da una tensione emotiva di natura cinematografica e misteriosa, in cui si affestellano diversi approcci sonori, che spaziano dal jazz all’elettronica minimale.
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.
Giacomo Leopardi, L’infinito (1818-1819)


Actor, writer and director.
He has worked with Teatro della Albe (acting in Va pensiero by Marco Martinelli and Ermanna Montanari), Scena Verticale (acting in the plays Le tre male bestie and U tingiutu. Un Aiace di Calabria by Dario De Luca), Centro RAT (acting in Antigone and L’Avaro), Carro di Tespi (directing Raskolinikov, Racconto di un delirio), Spazio Teatro (directing Militante d’Occidente), Zahir (acting in La mia idea. Memoria di Joe Zangara, Talknoise, Sul modo di essere liberi, 111, The Lack of Work and directing #neoeroina), Compagia Ragli (acting in Onions and Panenostro).
He has been part of Teatro Rossosimona between 1998 and 2002 (acting in È il momento dell’amore, winner of the award “Premio Scenario 2001”)
He also collaborated with Teatro della Ginestra, his numerous directing credits include Ronaldo il pagliaccio del McDonalds, I Prefer Not To, I 7 contro Tebe, Jennu brigannu.
He wrote ‘A Calabria è morta (Round Robin, Roma 2008), the collections of poetry Appunti per spettacoli che non si faranno (Coessenza, Cosenza 2012), The Cult of Fluxus (Edizioni Erranti, Cosenza 2014.) and Talknoise. Poesie imperfette e lacerti di canzone (Edizioni Underground?, Milano 2018).
He graduated in DAMS from the Università della Calabria, and studied with Maurizio Grande, Valentina Valentini, Marcello W. Bruno and Francesco L. Gigliotti. He then continued to train with Teatro Valdoca, Lyudka Ryba (Cricot2), Romano Colombaioni, Francesco Scavetta, MK, Vincenzo Pirrotta, Peter Zazzali, Peppino Mazzotta, Armando Punzo.
He worked as actor in the movies Primula Rossa (2019) by Franco Jannuzzi, Scale Model (2014) by Fabrizio Nucci and Nicola Rovito, Fiabeschi torna a casa (2013) by Max Mazzotta, Goodbye Mr President (2013) by Fabrizio Nucci and Nicola Rovito, Giù dal cielo (2013) directed by Fabio Rao, an episode of Feng Du Tales by Andrea Belcastro. He appeared as an actor / performer in numerous music videos including Eugenio Finardi’s Passerà (2012), Camera 237’s Etiquette is Useless (2012), and Brunori Sas’s Rosa (2011) and La verità (2016), all directed by Giacomo Triglia.


foto Silvia Lelli
Va pensiero
di Marco Martinelli
ideazione e regia Marco Martinelli e Ermanna Montanari
in scena
Ermanna Montanari, Alessandro Argnani, Salvatore Caruso, Tonia Garante, Roberto Magnani, Mirella Mastronardi, Ernesto Orrico, Gianni Parmiani, Laura Redaelli, Alessandro Renda
con la partecipazione del Coro lirico Alessandro Bonci di Cesena nell’esecuzione di alcuni brani dalle opere di Giuseppe Verdi
per le repliche di Milano e Bergamo, sostituito dal coro “Gli Harmonici” di Bergamo diretto dal Maestro Fabio Alberti
arrangiamento e adattamenti musicali, accompagnatore e maestro del coro Stefano Nanni
incursioni sceniche Fagio, Luca Pagliano
scene Edoardo Sanchi
costumi Giada Masi
disegno luci Fabio Sajiz
musiche originali Marco Olivieri
suono Marco Olivieri, Fagio
consulenza musicale Gerardo Guccini
editing video Alessandro Renda
assistente alle scene Carla Conti Guglia
tecnico luci Luca Pagliano
macchinista Danilo Maniscalco
elementi di scena realizzati dalla squadra tecnica del Teatro delle Albe Alessandro Bonoli, Fabio Ceroni, Enrico Isola, Danilo Maniscalco, Dennis Masotti
direzione tecnica Fagio
sartoria Laura Graziani Alta Moda
capi vintage A.N.G.E.L.O.
fotografie dello spettacolo Silvia Lelli
ufficio stampa Rosalba Ruggeri, Alessandro Fogli, Silvia Pacciarini
organizzazione e promozione Silvia Pagliano, Francesca Venturi
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione e Teatro delle Albe / Ravenna Teatro
date:
Teatro Storchi Modena
23 novembre 2017 (prima nazionale)
Teatro dell’Elfo, Milano
9 gennaio – 14 gennaio 2018
Creberg Teatro, Bergamo
18 gennaio – 21 gennaio 2018
Arena del Sole, Bologna
22 febbraio – 25 febbraio 2018
Teatro Bonci, Cesena
1 marzo – 4 marzo 2018
Teatro Comunale Ferrara
23 marzo – 25 marzo 2018
Teatro Verdi Pordenone
9 novembre – 10 novembre 2018
Teatro Argentina Roma
13 novembre – 18 novembre 2018
Teatro Verdi Pisa
2 febbraio – 3 febbraio 2019
Teatro Astra Torino
14 marzo 2019 – 17 marzo 2019
Teatro Ariosto Reggio Emilia
22 marzo 2019 – 24 marzo 2019
Teatro Fraschini Pavia
29 marzo – 31 marzo 2019
Teatro Alighieri Ravenna
13 marzo – 14 marzo 2020
Teatro Giovanni da Udine
21 marzo 2020
Teatro Il Rossetti Trieste
24 marzo – 25 marzo 2020
Teatro Sociale Trento
28 marzo 2020
Teatro Sociale Brescia
31 marzo – 1 aprile 2020
Settembre domani
Che fare?
C’è ancora da scrivere, ancora da raccontare
Storie da scoprire, parole da dire
Non c’è teatro questo è palese
Nel Belpaese qualcosa si muove
Nella mia terra al solito si muore
Questa volta per mare
Il lavoro, questione capitale, che pena
Che fare?
C’è ancora da provare, ancora da sbagliare
Mi trovo qui, in questo pozzo di connessione
E non è poco, e non è abbastanza
Faccio l’attore, devo agire
Scrivo poesie, devo dirle
Mi trovate in giro, sulla strada
Non è una questione di economie, non solo
È in ballo la dignità professionale
È una questione di sopravvivenza psichica
La santa prostituzione intellettuale
Mi trovate in giro, nel mare digitale
Questo liscio miraggio sociale
Questi account che ci identificano
Questa droga che ci avvolge
Queste password che ci dimenticano
Hai notato?
Non c’è nessun dorato underground a cui tornare
Meglio perdersi, senza rancore
Lasciamoci così
Che c’è di male?
Clicca abbandona
Clicca non seguire
Continuerò a scrivere nell’aria
La mia parte è chiara
La voce e il corpo ancora tengono
Mi trovate in giro

photo by Emilia Brandi

in alto: Va pensiero, Teatro delle Albe.
al centro da sinistra: Le tre male bestie, Scena Verticale; Talknoise, Zahir; Jennu brigannu, Zahir.
in basso da sinistra: con Laura Caparrotti al Cherry Lane Theatre (NY), È il momento dell’amore, Teatro Rossosimona; 111, Zahir.

Una specie di poesia politica del tardo pomeriggio*
Bisognerebbe lavorare per salvaguardare il diritto alla bellezza
Pensare alle giovani generazioni
Dedicarsi ai bambini
Salvare il futuro
La musica nelle strade
Il teatro nelle piazze
Il cinema nelle ville
Le presentazioni di libri nei vicoli
I reading nei cortili
L’arte nei castelli
Sarebbero possibili
Servirebbero protocolli d’azione
Necessaria la responsabilità di tutti
Obbligatoria la sicurezza per tutti
Operatori culturali e istituzioni e cittadini
Insieme
Bisognerebbe ritornare negli spazi pubblici
Disseminare l’estate di eventi performativi
Incontri Riflessioni Dibattiti Lezioni
Agli artisti ancora chiedere uno sforzo d’immaginazione
Ai pensatori ancora chiedere un impegno di fantasia
L’ennesimo salto nella poesia
Altre capriole della filosofia
Il lavoro
Dell’arte
Toccherebbe alle donne e agli uomini dello Stato
Agire
Toccherebbe alle donne e agli uomini delle Regioni
Agire
Toccherebbe alle donne e agli uomini dei Comuni
Agire
Toccherebbe agli artisti, tutti
Agire.
*ore 19.05 scrittura improvvisa del 5 maggio 2020
Il teatro del futuro prossimo come sarà?
Somiglierà a quello di prima?
Certamente.
Eppure dovrà esser diverso.
Non potrà non tener conto di questi giorni strappati,
di questo dolore immenso, di questa sospensione grigia.
Il teatro è un tratto umano in costante mutazione,
si è sempre manifestato, ha preso mille forme, ancora lo farà.
E il suo grado zero, il suo nucleo irresistibile, riducendo all’osso, è il racconto.
Trasmissione di una conoscenza, di un sapere, di una sensibilità.
Ci si incontra in uno spazio vuoto, si danno segni e suoni, inizia l’atto teatrale.
E adesso che non sappiamo quando potremo rientrare in quei tèmpli laici
dove immergersi in sospensione di realtà, adesso,
che non sappiamo quando potremo stare di nuovo vicini vicini,
a respirare insieme, in comunità, in quei siti scuri, pericolosi, magici…
ecco, adesso! bisogna immaginare un teatro per il futuro.
Per il futuro vicino, per l’estate che verrà.
Un’estate di piazze dove tornare a raccontare e raccontarsi,
un tempo di luoghi per incontrare e incontrarsi.
forse ancora misurando distanze di sicurezza,
e forse tanti, per obbligo o per umana paura,
vestiranno palandrane protettive, e sì,
sarà strano rivedersi ancora così,
ma si ricomicerà.
Si deve.
Penseremo alle donne e agli uomini, alla necessità di storie, di suoni, di futuro.
Si troveranno modi. Torneremo ad usi antichi, i tramonti ci troveranno a dire di Edipo e Antigone, di Amleto e Ofelia, di Blanche DuBois e Stanley Kowalsky, della leggenda di Colapesce e delle vicende dei briganti. Saluteremo le albe suonando, danzando e cantando al sole che nasce. Si troveranno modi. Useremo vecchie e nuove amplificazioni per colmare le distanze, maschere e giganti torneranno nelle strade. Giocheremo coi nasi rossi, le parrucche gialle, i pantaloni a righe e le bretelle a pois su una canottiera sbrindellata. Si troveranno modi. Andremo paese per paese, con la forza nuda della voce, in un vicolo stretto porteremo storie minime di resistenza cocciuta, di amore ritrovato, di odio sconfitto. Canteremo. Sì, canteremo. Canteremo, sì. Si troveranno modi. Saremo un’altra volta cantastorie che scoprono l’Italia, megafono a batteria e mantello nero e cappello di feltro e 10 e 20 e 30 cartelli disegnati e pupazzi storti e burattini strani.
E fra qualche tempo
un tempo adesso sconosciuto
in un futuro
un futuro che non so
torneremo
famelici feroci felici
nelle fredde sale delle scuole
negli auditorium sgangherati
fra gli stucchi dei vecchi teatri
torneremo
a risuonare strumenti e voci
occhi negli occhi vicini vicini
sconosciuti quasi abbracciati
e i nostri respiri non faranno male.
Adesso pensiamo all’estate.
L’estate che verrà.

foto di A. Zwingauer, Cercando Mercuzio, Cosenza 2012