Ernesto Orrico in “Va pensiero” del Teatro delle Albe
Va pensiero
di Marco Martinelli
ideazione e regia Marco Martinelli e Ermanna Montanari
in scena
Ermanna Montanari, Alessandro Argnani, Salvatore Caruso, Tonia Garante, Roberto Magnani, Mirella Mastronardi, Ernesto Orrico, Gianni Parmiani, Laura Redaelli, Alessandro Renda
con la partecipazione del Coro lirico Alessandro Bonci di Cesena nell’esecuzione di alcuni brani dalle opere di Giuseppe Verdi
per le repliche di Milano e Bergamo, sostituito dal coro “Gli Harmonici” di Bergamo diretto dal Maestro Fabio Alberti
arrangiamento e adattamenti musicali, accompagnatore e maestro del coro Stefano Nanni
incursioni sceniche Fagio, Luca Pagliano
scene Edoardo Sanchi
costumi Giada Masi
disegno luci Fabio Sajiz
musiche originali Marco Olivieri
suono Marco Olivieri, Fagio
consulenza musicale Gerardo Guccini
editing video Alessandro Renda
assistente alle scene Carla Conti Guglia
tecnico luci Luca Pagliano
macchinista Danilo Maniscalco
elementi di scena realizzati dalla squadra tecnica del Teatro delle Albe Alessandro Bonoli, Fabio Ceroni, Enrico Isola, Danilo Maniscalco, Dennis Masotti
direzione tecnica Fagio
sartoria Laura Graziani Alta Moda
capi vintage A.N.G.E.L.O.
fotografie dello spettacolo Silvia Lelli
ufficio stampa Rosalba Ruggeri, Alessandro Fogli, Silvia Pacciarini
organizzazione e promozione Silvia Pagliano, Francesca Venturi
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione e Teatro delle Albe / Ravenna Teatro
date:
Teatro Storchi Modena
23 novembre 2017 (prima nazionale)
Teatro dell’Elfo, Milano
9 gennaio – 14 gennaio 2018
Creberg Teatro, Bergamo
18 gennaio – 21 gennaio 2018
Arena del Sole, Bologna
22 febbraio – 25 febbraio 2018
Teatro Bonci, Cesena
1 marzo – 4 marzo 2018
Teatro Comunale Ferrara
23 marzo – 25 marzo 2018
Teatro Verdi Pordenone
9 novembre – 10 novembre 2018
Teatro Argentina Roma
13 novembre – 18 novembre 2018
Teatro Verdi Pisa
2 febbraio – 3 febbraio 2019
Teatro Astra Torino
14 marzo 2019 – 17 marzo 2019
Teatro Ariosto Reggio Emilia
22 marzo 2019 – 24 marzo 2019
Teatro Fraschini Pavia
29 marzo – 31 marzo 2019
Teatro Alighieri Ravenna
13 marzo – 14 marzo 2020
Teatro Giovanni da Udine
21 marzo 2020
Teatro Il Rossetti Trieste
24 marzo – 25 marzo 2020
Teatro Sociale Trento
28 marzo 2020
Teatro Sociale Brescia
31 marzo – 1 aprile 2020
La mia idea. Memoria di Joe Zangara
di e con Ernesto Orrico
composizioni originali eseguite dal vivo da Massimo Garritano
collaborazione artistica: Emilia Brandi
realizzazione scena: Ernesto Orrico e Antonio Giocondo
foto originali presenti nella scena: Matteo Ianni Palarchio
luci e audio: Antonio Giocondo
amministrazione: Alessandra Fucilla
ringraziamenti: Max Mazzotta, Paola Scialis e Stefano Cuzzocrea, Dam/Entropia Unical
Chi è Giuseppe “Joe” Zangara? Un emigrante insoddisfatto della sua vita, un freddo assassino, un anarchico un po’ naif, un insolito comunista, un lucido protagonista del suo tempo o un uomo solo e disperato? Il testo presentato nello spettacolo/concerto “La mia idea” prende liberamente spunto dal memoriale che lo stesso Zangara scrive pochi giorni prima di essere giustiziato nel penitenziario di Raiford in Florida. Un racconto in prima persona della vita del piccolo emigrante calabrese che, attentando alla vita del presidente degli Stati Uniti Franklyn Delano Roosvelt, avrebbe potuto modificare il corso della storia. Il suo “delitto contro lo Stato” viene punito con un “delitto di Stato”, a 33 anni muore fulminato sulla sedia elettrica, il 20 marzo del 1933. La lingua del personaggio-Zangara è un italiano imbastardito dal dialetto reggino e ibridato da numerosi intercalari in inglese-americano, una costruzione linguistica che cerca una verità teatrale non necessariamente sovrapponibile alla verità del personaggio storico. Non c’è il tentativo di una ricostruzione filologica della personalità di Zangara, piuttosto, attraverso l’intreccio tra voce monologante e le sonorità degli strumenti a corda, si esercita la possibilità di animare la (auto)biografia sentimentale di un condannato a morte. La vicenda narrata è emblema e pretesto per far emergere le storie di una umanità dolente accomunata dall’emigrazione, le storie di uomini e donne senza nome che non hanno raggiunto il ‘sogno americano’, e che nel tentativo di raggiungerlo si sono scontrati con ostacoli insormontabili, con difficoltà che li hanno condotti verso esiti tragici. (Ernesto Orrico)
Mi sono avvicinato a questo lavoro con discrezione, cercando di evitare interventi didascalici e favorendo un punto di vista evocativo. Io sono, a volte, Joe Zangara: il suo dolore, la sua rabbia, i suoi pensieri. Ma sono anche ciò che lui incontra, vede, osserva, tocca. I due strumenti che utilizzo ― il bouzouki e il dobro, meglio conosciuta come chitarra resofonica ― non vengono usati in maniera ortodossa ma servono piuttosto per dare una collocazione spazio-temporale alla storia e al personaggio. Il bouzouki, strumento di origine greca, rimanda al Mediterraneo e quindi in un certo senso alla Calabria. La chitarra resofonica, invece, è strumento proprio degli Stati Uniti, costruita intorno gli anni ‘20, contemporaneamente alle vicende del protagonista. Nel corso dello spettacolo mi ritaglio momenti di libera improvvisazione, reagisco agli impulsi emotivi che la storia emana attraverso l’interpretazione dell’attore, intervenendo in punti sempre differenti e con un approccio non convenzionale. (Massimo Garritano)
date 2019
4 maggio // Piccolo Teatro Popolare, Tarsia
11 maggio // Teatro dell’Acquario, Cosenza
date 2018
2 febbraio // IAC Centro Arti Integrate, Matera
18 marzo // rassegna Zero/Casa della Musica, Lungro
29 luglio // Radici e Ali, Paola, Cosenza
8 agosto // La fabbrica del tempo, Albidona
28 agosto // Estate Florense, San Giovanni in Fiore
date 2017
3 febbraio // Teatro della Maruca, Crotone
5 febbraio // SpazioTeatro, Reggio Calabria
12 febbraio // ZTN, Napoli
16 marzo // Cafè Retrò, Lamezia Terme, Catanzaro
30 marzo // AP Accademia Popolare, Roma
4 maggio // Casa Italiana Zerilli-Marimò, InScena Italian Theater Festival, New York (USA)
7 maggio // Brick Theatre (Brooklyn), InScena Italian Theater Festival, New York (USA)
21 maggio // Ricetto degli Enotri, Tortora
28 settembre // InScena Fall – Stony Brook, New York (USA)
01 ottobre // InScena Fall – Bernie Wohl Center at Goddard Riverside, New York (USA)
date 2016
1 maggio // iCappuccini, Belmonte Calabro
21 luglio // Villa Rendano, Cosenza
1 agosto // Innesti Contemporanei, Squillace
2 agosto // Face Festival – Parco Ecolandia, Reggio Calabria
23 agosto // Teatro d’aMare, Tropea
19 ottobre // Giardino delle Esperidi, Zagarise
23 ottobre // Progetto More / Castello Svevo, Cosenza
link portfolio Matteo Ianni Palarchio: http://www.jpmat.net/zangara
Orrico, con la sua forza espressiva, diventa l’uomo Zangara. E lo fa costruendo sapientemente un testo che non ha momenti di stanca, che ci porta nel suo percorso tra la provincia italiana d’inizio Novecento e l’America roosveltiana, facendoci en- trare nelle atmosfere dell’Italia rura- le e della vita dei migranti, grazie an- che a un ricercato studio sul linguaggio. E poi la musica: elemento che, con intensità, si interseca alla perfezione con la storia e che, grazie all’intensa performance di Massimo Garritano, trasporta lo spettatore nel viaggio dalla Calabria all’America, con l’utilizzo del bouzouki, che rimanda a sonorità magnogreche, e del dobro, chitarra tipica degli anni Venti, suo- nata come una lira.
Paola Abenavoli, Hystrio
In ambito teatrale ha riscosso gran successo il monologo di Ernesto Orrico tratto dalle memorie di Joe Zangara; l’anarchico calabrese nato a Ferruzzano (RC) ed emigrato in USA, che in cerca di una affermazione personale progetta di uccidere il Presidente Franklyn Delano Roosevelt e il 20 Marzo 1933 viene giustiziato sulla sedia elettrica nel penitenziario di Raiford, in Florida, a soli 33 anni. Tragedia e umorismo grottesco mescolati con abilità e contrappuntati dalla chitarra di un musicista di grazia.
Stefano Angelucci, Articolo 21
Molto interessante la mise en espace dell’esperto Ernesto Orrico “La mia idea” (al bouzouki e dobro l’intenso chitarrista Massimo Garritano, è appena uscito il suo cd “Present”), ritratto interiore partecipato di Joe Zangara emigrante calabrese che sparò a Roosevelt, condannato alla sedia elettrica. Un racconto vivido tra italiano, calabrese e slang inglese di strada, anticapitalista, dalla parte degli ultimi e degli sfruttati, una lotta di giustizia e uguaglianza con sullo sfondo il conflitto con un padre autoritario e violento e un mal di stomaco che non se ne vuole andare.
Tommaso Chimenti, Il Fatto Quotidiano
Accanto all’attore, solo due pannelli con foto originali (accanto a quelle di repertorio) realizzate da Matteo Ianni Palarchio, fotografo calabrese che attualmente vive a New York, e il musicista Massimo Garritano accompagnano questo racconto scritto e recitato in maniera magistrale. (…) Quando lo realizza, Zangara/Orrico si veste di forza, una forza buona e discreta, la forza del giusto e di colui che non ha un solo modo di dare vita alla sua protesta, cancellando quello che si presenta come la prima fonte dei suoi problemi.
Laura Caparrotti, La Voce di New York
L’attore e regista Ernesto Orrico, restituisce dell’attentatore un ritratto umano col suo La mia idea – Memorie di Joe Zangara, monologo che concluderà il tour estivo il 23 agosto a Tropea per la rassegna Teatro d’aMare. Il lavoro, accompagnato dalle musiche originali eseguite dal vivo da Massimo Garritano, parte dal memoriale (contenuto nel libro di Blaise Picchi e curato nella traduzione italiana da Katia Massara) che l’uomo ha scritto prima di essere giustiziato il 20 marzo 1933.
Simona Negrelli, Tempo di Lettura
Ernesto Orrico e Massimo Garritano compiono un piccolo miracolo. Riescono con le parole, i gesti e la musica a trascinare lo spettatore in un viaggio spazio-temporale che oscilla tra la Calabria e gli States tra i primi del Novecento e l’avvento del Fascismo, dei totalitarismi e della grande crisi americana del ’29. Aiutati da Emilia Brandi e da Antonio Giocondo alla parte tecnica, la coppia inedita Garritano- Orrico propone una lettura della nostra terra e della società della prima parte del Novecento tutt’altro che stereotipata.
Andrea Bevacqua, blog
Un viaggio variegato dai campi della Calabria, alle industrie di seta di Paterson, fino al caldo torrido di Miami, percorso insieme a bouzuchi e il dobro, strumenti del fedele Garritano. Una sinergia artistica, tra l’attore ed il musicista che, dopo anni, si è concretizzata lo scorso marzo. Un lavoro intenso di dialogo serrato e commento in musica. “Come se ci fosse un altro Zangara – spiega l’autore – che, attraverso il suono, ripercorre dolore, pensieri e patimenti”.
Gabriella Lax, Laxstyle
Muoio e Orrico in “Jennu brigannu” 2016
giovedì 4 febbraio, Teatrocastro, Amantea (CS)
venerdì 5 febbraio, Teatro della Maruca, Crotone
sabato 6 e domenica 7 febbraio, SpazioTeatro, Reggio Calabria 29
venerdì 29 luglio, iCappuccini, Belmonte (CS)
venerdì 12 agosto, teatro in piazza, Albidona (CS)
The Cult of Fluxus
parole e voce: Ernesto Orrico
F#1 Mancano tante cose / Luigi Porto
F#2 Finestra sull’astrazione / Cristian Rosa
F#3 Rinunciare alla fine / Marco Orrico
F#4 Un partigiano sbagliato / Francesco China Cristiano
F#5 4 dicembre 1912 / Sergio De Luca
F#6 I palombari della storia / Raffaele Fata
F#7 Il teatro è caduto / Massimo Palermo
F#8 Conosciamo le nostre possibilità / Vlad KayaDub Costabile
F#9 Ragazzo dannato nel bagno / Gianfranco De Franco
F#10 La mia città è il mio sangue / Robert Eno
Edizione digitale: soundcloud.com/thecultoffluxus
Fluxus è la rubrica di scrittura automatica che pubblico sul periodico Fatti al Cubo. Ho affidato i primi 10 frammenti, registrati in voce, a musicisti e/o dj e/o manipolatori di suoni che hanno operato i diversi trattamenti sonori. The Cult of Fluxus è il risultato. (Ernesto Orrico)
Fluxus tematico / Del teatro dello spettacolo
Fluxus tematico / Del teatro dello spettacolo
Qual è la vita media di uno spettacolo teatrale. In Italia? Nel mondo o in Calabria? Ma di che tipo di spettacolo teatrale parliamo? Quanti teatri esistono? Quanti tipi? Quanto costa mettere in piedi uno spettacolo? E quanto costa metterlo sdraiato? Comodo. Parliamo di tempo, denaro e vite umane. Quante repliche si devono considerare per definire compiuta la sua vita di spettacolo? E una volta morto può essere riesumato? E il cast rinnovato? E la regia rivoltata? Parliamo anche di uno zombie teatro. E dove devono essersi svolte le repliche? Teatri. Anfiteatri. Auditorium. Stadi. Piazze. Vicoli. Certi campetti. Certi posti strani. Certi ristoranti. Certi villaggi. Quanti attori sono necessari nel nostro allestimento tipo? E i monologhi devono essere considerati a pieno titolo spettacoli? La scenografia deve esserci? Quanta parte del budget deve essere destinata alla scenografia. Budget? Quale budget? Cos’è un budget? Buh. E se c’è solo una sedia? O quattro sedie? Torniamo agli attori. Altrimenti di che teatro parliamo? Evochiamo Gordon Craig. No. Torniamo agli attori. Quanto costa un attore al mercato degli attori. Ci sono delle bilance specifiche? Chi decide l’unità di misura? Devono gli attori essere misurati o devono avere un ego smisurato? Gli attori includono le attrici. E viceversa. Le attrici e gli attori includono. La paga. Il rimborso spese. La trasferta. Il vitto. La diaria. L’alloggio. Essi vivono. Tutto incluso. Essi sopravvivono. Come si vestono gli attori? Le scarpe sono uguali fuoriscena? Parliamo dei costumisti. Anzi no. Lasciamo la questione sullo sfondo. Fondali e quinte. Trovarobato. Ma le compagnie che vita fanno? Si dividono gli introiti. Si dividono le perdite. Cooperano i soci. Si alleano. Fanno pigna. Fanno muro. Fanno lobby. O è solo un hobby? Parliamo dell’hobby del teatro. O è amore. Amatoriale Italia. È hardcore popolare. Fare teatro è alla portata di tutti. Come il sesso. Ma c’è sesso e sesso e c’è teatro e teatro. Fare teatro è una porcata per tutti. Come il mestiere più antico. Il mestiere questo mistero. Ma nelle compagnie si fanno orge? Non ci sono più le ammucchiate di una volta. Siamo ad un teatro onanista. Si viaggia leggeri. Nelle utilitarie su e giù per la penisola. Donne e uomini a nolo in auto fittate per repliche vendute o solo prestate. Per non avere troppi pensieri. Per essere liberi. Liberi di essere artisti autori scrittori cantautori musicisti cabarettisti autonomi. Tutti drammaturghi. A scrivere la scena. A disegnare la scenografia. A dirigere la coreografia. Tutti con il dito a digitare. Prendere di qua spostare di là. Copia. Incolla. Prendi una parte di Shakespeare (che va su tutto) shakera bene con due parti di Pasolini (che aveva previsto tutto) e l’ultima parte prendila dal quotidiano (che ci ritrovi tutto). Sbobina il registrato della vicina. Prendi le urla al mercato. I rumori della lavanderia. O intervista gli attori. Cosa facevi nel tuo tempo libero durante l’adolescenza? Andavi al centro commerciale o stavi nel quartiere? Quando hai baciato la prima volta un uomo una donna un animale? Quando hai fatto sesso per la prima volta? E l’anale? Ma torniamo al principio. Qual è la vita media di uno spettacolo teatrale? Cosa occorre fare per replicare? Vincere. Convincere. Entusiasmare. Perseverare. Entrare. Supplicare. Anelare. Insistere. Reiterare. Hai preparato il video. Il teaser. Lo spot. Il frammento. L’integrale. Hai il servizio fotografico professionale. E allora cosa occorre fare? Replicare. Incontrare il pubblico. Ascoltare quel respiro. Inspiegabile. Puoi solo capire. L’essere trasparenti. L’essere nudi. Aspettare il suono delle mani. Interpretare. E cercare gli occhi. Quanti occhi possono bastare? Domande. Frasi. Connessioni. Giochi di parole. Reiterazioni. Ripetizioni. Flussi. Parliamo di formazione. No. Parliamo di professione. No. Parliamo di scritture. No. Non nominare il teatro invano. Non nominare il direttore di compagnia. Non nominare l’organizzatore. Non nominare invano. Il teatro. Non nominare l’amministratore. Non nominare il testo. Stai muto. Ingoia asciutto. È solo aria. Prepara. Rimanda. Rinuncia. Denuncia. Fai i nomi. I grandi nomi. Domande. Fasi. Disconnesse. Giochi le parole. Reiterazioni. Ripetizioni. Flussi. Tu che lavoro fai per fare teatro? Tu che prezzo paghi?
#neoeroina. Il debutto
MARTEDI’ 20 NOVEMBRE ore 21.00
presso PTU – Piccolo Teatro Unical
alle spalle dell’Aula Magna
Ticket
Posto Unico 5 €
I biglietti sono acquistabili la sera stessa dello spettacolo nell’area ticket del PTU
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ZAHIR Associazione Culturale
presenta
Maria Marino
in
#neoeroina
Testo e Regia: Ernesto Orrico
Collaborazione alla drammaturgia: Vincenza Costantino
Collaborazione artistica: Manolo Muoio
Supporto tecnico: Antonio Giocondo
Organizzazione: Giulia Cappelli, Alessandra Fucilla
Ufficio stampa: Maria Teresa Fabbri
Come una crudele e dolcissima ballata pop, un testo scarno, scurrile e delicato. Come una polifonia schizoide e paradossale concepita per un’unica voce fisica. Urlo del cuore, urlo dell’anima, specchio rotto di attrice che moltiplica i personaggi verso l’infinito del fuori palco. Voce di donna che ha smesso di interpretare il corpo che ospita – ospite indigesto – , che si sforza o s’illude di raccontare le storie che la vivono, la abitano, la consumano. Fotografie sfocate di immagini che non sono più. Ritratto di donna/strega, donna/animale, di donna/sciamano… L’elenco potrebbe continuare a lungo, l’essere femminile incantarsi in un suffisso reiterato fino alla perdita di significato. Ma è proprio da questa perdita che lo spettacolo nasce, con lo smarrimento del personaggio si avvia la scoperta dell’identità della donna, anzi di “una” donna giovane nel senso che sa di appartenere ad un tempo già passato, bella con la nostalgia di esserlo stata molto, intelligente con la consapevolezza che la battaglia con la prorpia mente sia più difficile di quella ingaggiata con il proprio corpo, colta con la tristezza di non poter pienamente godere dell’arte, della musica, della poesia. Neoeroina è il ritratto, senza pietà e senza moralismi, di una condizione – quella femminile – che non vuole più, mai più, essere una “condizione” ma una realtà, fatta di un corpo, di azioni e pensieri. L’attrice, sul palcoscenico, è questa donna che cerca, e trova, un modo per raccontarsi, per dispiegarsi all’esterno e offrirsi, con disincanto e ambizione, agli occhi degli altri senza temerne il giudizio, ché ora basta. Non è più tempo di sacrifici, né di giudizi. Sfogo ritmato di una Antigone del terzo millennio, ormai svanita la compassione, sottratto il corpo fraterno, deflagrate in fuochi d’artificio la polis e le sue mura.
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Info:
piccoloteatrodarte@gmail.com
0984.493971 – 0984.493698 – 392.3946821 – 328.8327371- FAX 0984.493937
Ernesto Orrico // the Fragment Tour
ottobre/novembre/dicembre 2012
Ernesto Orrico // the Fragment Tour
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sabato 6 ottobre – Ariano Irpino, castello Normanno
Teatro della Ginestra
Jennu brigannu. Storie di briganti calabresi
di Vincenza Costantino
con Dante de Rose, Manolo Muoio, Ernesto Orrico
regia di Ernesto Orrico
sabato 20 ottobre – Bari, teatro Kismet
Scena Verticale
U Tingiutu. Un Aiace di Calabria
testo e regia di Dario De Luca
con Dario De Luca, Rosario Mastrota, Ernesto Orrico, Fabio Pellicori, Marco Silani
domenica 28 ottobre – San Fili, teatro Gambaro
Zahir
The Lack of Work Kills. A Speaking and Looping Session.
di e con Ernesto Orrico e Marco Orrico
martedì 20 novembre – Rende, PTU Unical
sabato 1 e domenica 2 dicembre – Reggio Calabria, Spazio Teatro
Zahir
#neoeroina
testo e regia di Ernesto Orrico
con Maria Marino
Speaking and Looping
con Ernesto Orrico / voce
e Marco Orrico / chitarra
Un concerto concentrato, un combattimento di posizioni acustiche, un giro di suoni e parole.