
Actor, writer and director.
He has worked with Teatro della Albe (acting in Va pensiero by Marco Martinelli and Ermanna Montanari), Scena Verticale (acting in the plays Le tre male bestie and U tingiutu. Un Aiace di Calabria by Dario De Luca), Centro RAT (acting in Antigone and L’Avaro), Spazio Teatro (directing Militante d’Occidente and Di vela in vela), Zahir (acting in La mia idea. Memoria di Joe Zangara, Talknoise, Sul modo di essere liberi, 111, The Lack of Work and directing #neoeroina), Compagnia Ragli (acting in Onions and Panenostro), Teatro Rossosimona (acting in Piedi gonfi. La stirpe di Edipo, È il momento dell’amore, winner of the award “Premio Scenario 2001”, Malamerica).
He also collaborated with Teatro della Ginestra, his numerous directing credits include Ronaldo il pagliaccio del McDonalds, I Prefer Not To, I 7 contro Tebe, Jennu brigannu.
He wrote the plays ‘A Calabria è morta (Round Robin, Roma 2008) and La mia idea. Memoria di Joe Zangara (Edizioni Erranti, Cosenza 2022); the collections of poems Appunti per spettacoli che non si faranno (Coessenza, Cosenza 2012), The Cult of Fluxus (Edizioni Erranti, Cosenza 2014.), Talknoise. Poesie imperfette e lacerti di canzone (Edizioni Underground?, Milano 2018) and Canzoniere storto (Edizioni Underground?, Milano 2022).
He graduated in DAMS from the Università della Calabria, and studied with Maurizio Grande, Valentina Valentini, Marcello W. Bruno and Francesco L. Gigliotti. He then continued to train with Teatro Valdoca, Lyudka Ryba (Cricot2), Romano Colombaioni, Francesco Scavetta, MK, Vincenzo Pirrotta, Peter Zazzali, Peppino Mazzotta, Armando Punzo.
He worked as actor in the movies La sposa (2022) by Giacomo Campiotti, Primula Rossa (2019) by Franco Jannuzzi, Scale Model (2014) by Fabrizio Nucci and Nicola Rovito, Fiabeschi torna a casa (2013) by Max Mazzotta, Goodbye Mr President (2013) by Fabrizio Nucci and Nicola Rovito, Giù dal cielo (2013) directed by Fabio Rao, an episode of Feng Du Tales by Andrea Belcastro. He appeared as an actor / performer in numerous music videos including Eugenio Finardi’s Passerà (2012), Camera 237’s Etiquette is Useless (2012), and Brunori Sas’s Rosa (2011) and La verità (2016), all directed by Giacomo Triglia.



Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.
Giacomo Leopardi, L’infinito (1818-1819)


foto Silvia Lelli
Va pensiero
di Marco Martinelli
ideazione e regia Marco Martinelli e Ermanna Montanari
in scena
Ermanna Montanari, Alessandro Argnani, Salvatore Caruso, Tonia Garante, Roberto Magnani, Mirella Mastronardi, Ernesto Orrico, Gianni Parmiani, Laura Redaelli, Alessandro Renda
con la partecipazione del Coro lirico Alessandro Bonci di Cesena nell’esecuzione di alcuni brani dalle opere di Giuseppe Verdi
per le repliche di Milano e Bergamo, sostituito dal coro “Gli Harmonici” di Bergamo diretto dal Maestro Fabio Alberti
arrangiamento e adattamenti musicali, accompagnatore e maestro del coro Stefano Nanni
incursioni sceniche Fagio, Luca Pagliano
scene Edoardo Sanchi
costumi Giada Masi
disegno luci Fabio Sajiz
musiche originali Marco Olivieri
suono Marco Olivieri, Fagio
consulenza musicale Gerardo Guccini
editing video Alessandro Renda
assistente alle scene Carla Conti Guglia
tecnico luci Luca Pagliano
macchinista Danilo Maniscalco
elementi di scena realizzati dalla squadra tecnica del Teatro delle Albe Alessandro Bonoli, Fabio Ceroni, Enrico Isola, Danilo Maniscalco, Dennis Masotti
direzione tecnica Fagio
sartoria Laura Graziani Alta Moda
capi vintage A.N.G.E.L.O.
fotografie dello spettacolo Silvia Lelli
ufficio stampa Rosalba Ruggeri, Alessandro Fogli, Silvia Pacciarini
organizzazione e promozione Silvia Pagliano, Francesca Venturi
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione e Teatro delle Albe / Ravenna Teatro
date:
Teatro Storchi Modena
23 novembre 2017 (prima nazionale)
Teatro dell’Elfo, Milano
9 gennaio – 14 gennaio 2018
Creberg Teatro, Bergamo
18 gennaio – 21 gennaio 2018
Arena del Sole, Bologna
22 febbraio – 25 febbraio 2018
Teatro Bonci, Cesena
1 marzo – 4 marzo 2018
Teatro Comunale Ferrara
23 marzo – 25 marzo 2018
Teatro Verdi Pordenone
9 novembre – 10 novembre 2018
Teatro Argentina Roma
13 novembre – 18 novembre 2018
Teatro Verdi Pisa
2 febbraio – 3 febbraio 2019
Teatro Astra Torino
14 marzo 2019 – 17 marzo 2019
Teatro Ariosto Reggio Emilia
22 marzo 2019 – 24 marzo 2019
Teatro Fraschini Pavia
29 marzo – 31 marzo 2019
Teatro Alighieri Ravenna
13 marzo – 14 marzo 2020
Teatro Giovanni da Udine
21 marzo 2020
Teatro Il Rossetti Trieste
24 marzo – 25 marzo 2020
Teatro Sociale Trento
28 marzo 2020
Teatro Sociale Brescia
31 marzo – 1 aprile 2020
di e con Ernesto Orrico
composizioni originali eseguite dal vivo da Massimo Garritano
collaborazione artistica: Emilia Brandi
realizzazione scena: Ernesto Orrico e Antonio Giocondo
foto originali presenti nella scena: Matteo Ianni Palarchio
luci e audio: Antonio Giocondo
amministrazione: Alessandra Fucilla
ringraziamenti: Max Mazzotta, Paola Scialis e Stefano Cuzzocrea, Dam/Entropia Unical
Chi è Giuseppe “Joe” Zangara? Un emigrante insoddisfatto della sua vita, un freddo assassino, un anarchico un po’ naif, un insolito comunista, un lucido protagonista del suo tempo o un uomo solo e disperato? Il testo presentato nello spettacolo/concerto “La mia idea” prende liberamente spunto dal memoriale che lo stesso Zangara scrive pochi giorni prima di essere giustiziato nel penitenziario di Raiford in Florida. Un racconto in prima persona della vita del piccolo emigrante calabrese che, attentando alla vita del presidente degli Stati Uniti Franklyn Delano Roosvelt, avrebbe potuto modificare il corso della storia. Il suo “delitto contro lo Stato” viene punito con un “delitto di Stato”, a 33 anni muore fulminato sulla sedia elettrica, il 20 marzo del 1933. La lingua del personaggio-Zangara è un italiano imbastardito dal dialetto reggino e ibridato da numerosi intercalari in inglese-americano, una costruzione linguistica che cerca una verità teatrale non necessariamente sovrapponibile alla verità del personaggio storico. Non c’è il tentativo di una ricostruzione filologica della personalità di Zangara, piuttosto, attraverso l’intreccio tra voce monologante e le sonorità degli strumenti a corda, si esercita la possibilità di animare la (auto)biografia sentimentale di un condannato a morte. La vicenda narrata è emblema e pretesto per far emergere le storie di una umanità dolente accomunata dall’emigrazione, le storie di uomini e donne senza nome che non hanno raggiunto il ‘sogno americano’, e che nel tentativo di raggiungerlo si sono scontrati con ostacoli insormontabili, con difficoltà che li hanno condotti verso esiti tragici. (Ernesto Orrico)
Mi sono avvicinato a questo lavoro con discrezione, cercando di evitare interventi didascalici e favorendo un punto di vista evocativo. Io sono, a volte, Joe Zangara: il suo dolore, la sua rabbia, i suoi pensieri. Ma sono anche ciò che lui incontra, vede, osserva, tocca. I due strumenti che utilizzo ― il bouzouki e il dobro, meglio conosciuta come chitarra resofonica ― non vengono usati in maniera ortodossa ma servono piuttosto per dare una collocazione spazio-temporale alla storia e al personaggio. Il bouzouki, strumento di origine greca, rimanda al Mediterraneo e quindi in un certo senso alla Calabria. La chitarra resofonica, invece, è strumento proprio degli Stati Uniti, costruita intorno gli anni ‘20, contemporaneamente alle vicende del protagonista. Nel corso dello spettacolo mi ritaglio momenti di libera improvvisazione, reagisco agli impulsi emotivi che la storia emana attraverso l’interpretazione dell’attore, intervenendo in punti sempre differenti e con un approccio non convenzionale. (Massimo Garritano)
date 2019
4 maggio // Piccolo Teatro Popolare, Tarsia
11 maggio // Teatro dell’Acquario, Cosenza
date 2018
2 febbraio // IAC Centro Arti Integrate, Matera
18 marzo // rassegna Zero/Casa della Musica, Lungro
29 luglio // Radici e Ali, Paola, Cosenza
8 agosto // La fabbrica del tempo, Albidona
28 agosto // Estate Florense, San Giovanni in Fiore
date 2017
3 febbraio // Teatro della Maruca, Crotone
5 febbraio // SpazioTeatro, Reggio Calabria
12 febbraio // ZTN, Napoli
16 marzo // Cafè Retrò, Lamezia Terme, Catanzaro
30 marzo // AP Accademia Popolare, Roma
4 maggio // Casa Italiana Zerilli-Marimò, InScena Italian Theater Festival, New York (USA)
7 maggio // Brick Theatre (Brooklyn), InScena Italian Theater Festival, New York (USA)
21 maggio // Ricetto degli Enotri, Tortora
28 settembre // InScena Fall – Stony Brook, New York (USA)
01 ottobre // InScena Fall – Bernie Wohl Center at Goddard Riverside, New York (USA)
date 2016
1 maggio // iCappuccini, Belmonte Calabro
21 luglio // Villa Rendano, Cosenza
1 agosto // Innesti Contemporanei, Squillace
2 agosto // Face Festival – Parco Ecolandia, Reggio Calabria
23 agosto // Teatro d’aMare, Tropea
19 ottobre // Giardino delle Esperidi, Zagarise
23 ottobre // Progetto More / Castello Svevo, Cosenza
link portfolio Matteo Ianni Palarchio: http://www.jpmat.net/zangara
Orrico, con la sua forza espressiva, diventa l’uomo Zangara. E lo fa costruendo sapientemente un testo che non ha momenti di stanca, che ci porta nel suo percorso tra la provincia italiana d’inizio Novecento e l’America roosveltiana, facendoci en- trare nelle atmosfere dell’Italia rura- le e della vita dei migranti, grazie an- che a un ricercato studio sul linguaggio. E poi la musica: elemento che, con intensità, si interseca alla perfezione con la storia e che, grazie all’intensa performance di Massimo Garritano, trasporta lo spettatore nel viaggio dalla Calabria all’America, con l’utilizzo del bouzouki, che rimanda a sonorità magnogreche, e del dobro, chitarra tipica degli anni Venti, suo- nata come una lira.
Paola Abenavoli, Hystrio
In ambito teatrale ha riscosso gran successo il monologo di Ernesto Orrico tratto dalle memorie di Joe Zangara; l’anarchico calabrese nato a Ferruzzano (RC) ed emigrato in USA, che in cerca di una affermazione personale progetta di uccidere il Presidente Franklyn Delano Roosevelt e il 20 Marzo 1933 viene giustiziato sulla sedia elettrica nel penitenziario di Raiford, in Florida, a soli 33 anni. Tragedia e umorismo grottesco mescolati con abilità e contrappuntati dalla chitarra di un musicista di grazia.
Stefano Angelucci, Articolo 21
Molto interessante la mise en espace dell’esperto Ernesto Orrico “La mia idea” (al bouzouki e dobro l’intenso chitarrista Massimo Garritano, è appena uscito il suo cd “Present”), ritratto interiore partecipato di Joe Zangara emigrante calabrese che sparò a Roosevelt, condannato alla sedia elettrica. Un racconto vivido tra italiano, calabrese e slang inglese di strada, anticapitalista, dalla parte degli ultimi e degli sfruttati, una lotta di giustizia e uguaglianza con sullo sfondo il conflitto con un padre autoritario e violento e un mal di stomaco che non se ne vuole andare.
Tommaso Chimenti, Il Fatto Quotidiano
Accanto all’attore, solo due pannelli con foto originali (accanto a quelle di repertorio) realizzate da Matteo Ianni Palarchio, fotografo calabrese che attualmente vive a New York, e il musicista Massimo Garritano accompagnano questo racconto scritto e recitato in maniera magistrale. (…) Quando lo realizza, Zangara/Orrico si veste di forza, una forza buona e discreta, la forza del giusto e di colui che non ha un solo modo di dare vita alla sua protesta, cancellando quello che si presenta come la prima fonte dei suoi problemi.
Laura Caparrotti, La Voce di New York
L’attore e regista Ernesto Orrico, restituisce dell’attentatore un ritratto umano col suo La mia idea – Memorie di Joe Zangara, monologo che concluderà il tour estivo il 23 agosto a Tropea per la rassegna Teatro d’aMare. Il lavoro, accompagnato dalle musiche originali eseguite dal vivo da Massimo Garritano, parte dal memoriale (contenuto nel libro di Blaise Picchi e curato nella traduzione italiana da Katia Massara) che l’uomo ha scritto prima di essere giustiziato il 20 marzo 1933.
Simona Negrelli, Tempo di Lettura
Ernesto Orrico e Massimo Garritano compiono un piccolo miracolo. Riescono con le parole, i gesti e la musica a trascinare lo spettatore in un viaggio spazio-temporale che oscilla tra la Calabria e gli States tra i primi del Novecento e l’avvento del Fascismo, dei totalitarismi e della grande crisi americana del ’29. Aiutati da Emilia Brandi e da Antonio Giocondo alla parte tecnica, la coppia inedita Garritano- Orrico propone una lettura della nostra terra e della società della prima parte del Novecento tutt’altro che stereotipata.
Andrea Bevacqua, blog
Un viaggio variegato dai campi della Calabria, alle industrie di seta di Paterson, fino al caldo torrido di Miami, percorso insieme a bouzuchi e il dobro, strumenti del fedele Garritano. Una sinergia artistica, tra l’attore ed il musicista che, dopo anni, si è concretizzata lo scorso marzo. Un lavoro intenso di dialogo serrato e commento in musica. “Come se ci fosse un altro Zangara – spiega l’autore – che, attraverso il suono, ripercorre dolore, pensieri e patimenti”.
Gabriella Lax, Laxstyle

foto di Vincenzo Provenzano
Talknoise è un corpus di parole sospeso tra urgenze espressive, narrazioni interrotte e lacerti di canzone. È un flusso sonoro alimentato da chitarre rumorose, melodie spezzate e frammenti di pura improvvisazione. Una sorta di recitativo in jazz, jazz inteso come ricerca della verità, dell’immediatezza, della frontalità. Una specie di parlato in punk, punk inteso come ricerca della verità, dell’immediatezza, della frontalità. Nessuna di queste due cose. Entrambe. Altre ancora. Per esempio teatro, attraversamento di stati d’animo, gioco di maschere e posture, esperimento che si adatta agli spazi di azione, senza rigidità e partiture chiuse. Per esempio racconto, frammento che resta sospeso, non finito, soffiato o spinto, urlato o sussurrato. Per esempio poesia, voce che insegue il suono e suono che si arrocca alla voce.
8 settembre 2019
Reading Festival / Casali del Manco
23 luglio 2019
Arte Pane Poesia / Paola
27 aprile 2019
Balenando in burrasca / Reggio Calabria
05 aprile 2019
BiblioAP / Roma
09 febbraio 2019
Tip Teatro / Lamezia Terme
25 e 26 gennaio 2019
Teatro della Maruca/Crotone
28 ottobre 2018
Teatro dell’Acquario / Cosenza
07 ottobre 2018
Rifugi d’Aria_Border ExConvento / Belmonte Calabro (CS)
21 agosto 2018
Cleto Festival /Cleto (CS)
27 luglio 2018
FACE Festival Ecolandia / Reggio Calabria
