2018 in musica, secondo Me, Myself and I
Me, Myself and I comunichiamo le musiche dell’anno 2018 che abbiamo ascoltato e amato di più, quelle che stiamo ascoltando ancora, quelle che certamente ci porteremo appresso nel 2019.
American Utopia, David Byrne
Genio e misura, esperimento e semplicità. Sorprendente.
Kamasi Washington, Heaven and Earth
L’inatteso gigante di un jazz spaziale.
Maisie, Maledette Rockstar
Sgregolatezza e calcolo, deviazioni e ritorni, leggerezza e politica.
Janelle Monae, Dirty Computer
In totale controllo, conscious dancefloor!
Giorgio Canali, 11 canzoni di merda con la pioggia dentro
Rock atemporale, parole pungenti, suono italiano
Idles, Joy is an Act of Resistence
Ritmo e dolore. Chitarre che tagliano, testi che sanguinano.
Sons of Kemet, Your Queen is a Reptile
Invenzioni jazz e spiazzamenti afrobeat di una Londra inedita.
Jack White, Boarding House Reach
L’uomo bianco nel profondo blues della maturità.
Low, Double Negative
Il suono cupo dell’occidente che crolla.
La rappresentante di lista, Go Go Diva
Voce che sorprende, parole che segnano, cantautorato divergente.
momento autocelabrativo:
Talknoise, s/t
premio speciale della giuria composta da Me, Myself and I
Canzoni inaspettate:
90 min, Salmo
groove e testo prepotenti… “pronto soccorso, siamo già morti”.
Kiss and Make-Up, Dua Lipa and Black Pink
Tutta colpa di mio figlio, 7 anni di età.
Videoclip dell’anno:
The Carters – Apeshit
A Vulgar Display of Money Power!